Il Parlamentare bergamasco Stefano Benigni interviene in risposta alla lettera inviata a tutti i Deputati orobici dalla Federazione Autotrasportatori Italiani di Bergamo. Un grido di allarme al quale tutta la politica deve dare risposta immediata quello degli autotrasportatori bergamaschi che hanno acquistato mezzi tecnologicamente avanzati in grado di ridurre le emissioni e che oggi si vedono dimezzare gli incentivi e aumentare a dismisura i prezzi del gas.
Una vicenda assurda che vede protagonisti tanti imprenditori del territorio che – rispondendo agli appelli delle Istituzioni – hanno scelto di eliminare i mezzi più inquinanti a gasolio, acquistando camion alimentati a gas ad un costo nettamente superiore. L’Italia è stato il primo Paese europeo a credere nel gas naturale liquefatto come alternativa al gasolio per ridurre l’impatto ambientale dell’autotrasporto e molti imprenditori hanno sostenuto importanti investimenti per l’acquisto di mezzi alimentati a GNL. Oggi ci troviamo di fronte ad un aumento senza precedenti del prezzo del gas e – come se non bastasse – si è scelto di dimezzare gli incentivi previsti per questo settore. Una beffa, oltre al danno: per questo ho presentato un’interrogazione al Ministro della Transizione Ecologica e al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile affinché vengano messe in campo misure per porre un freno all’aumento del costo del carburante in questione – passato nel giro di pochi mesi da 0,80 a 2,20 euro al litro – con l’obiettivo di perseguire gli obiettivi di transizione ecologica e di mobilità sostenibile che costituiscono una dichiarata priorità dell’azione di Governo.
La politica bergamasca deve fare fronte comune per portare a questo settore risposte immediate e concrete. Da parte mia vi è il pieno sostegno alla proposta di riconoscere un consistente credito di imposta sull’acquisto di veicoli alimentati a GNL e sul relativo carburante. Il Governo deve intervenire – anche a livello europeo – per mettere un freno all’aumento dei costi delle materie prime che sta mettendo in ginocchio le imprese, con gravi ripercussioni sul nostro sistema economico, già fortemente segnato dalla pandemia.